Ombre in luce
Ieri un amico, credendo nelle mie capacità critiche più di quanto fosse ragionevole aspettarsi, mi sottopone un testo che ha scritto e usato come didascalia a una sua fotografia. Vuole un’opinione, così, su due piedi. La foto è qui accanto. La didascalia è questa: Frammenti di luce che assalgono ombre, come in un silente tumulto perpetuo. Io non sono uno che valuta su due piedi, devo pensare. E così gli ho detto solo che era buona. È rimasto male credo. Ma doveva aspettare. Oggi gli ho mandato questo messaggio:
La differenza tra prosa e poesia è spesso individuata dal fattore preponderante che le distingue: la sintesi. Le due accezioni popolari dell’aggettivo sintetico sono anche i due limiti in cui la poesia si deve contenere per restare poesia. Deve essere sintetica senza essere sintetica (cit.). Tu sei stato sintetico (riassuntivo) senza essere sintetico (finto). Affina le armi e saprai tenerti lontano dal didascalico anche nel percorso inverso parole->immagini.
Ora lui sta cercando dove ho preso la citazione. Avrà un bel cercare, visto che è roba mia e finché gli spider di Google non metteranno questo articolo in archivio, non lo troverà di certo.